I 10 Migliori Loghi Olimpici Di Tutti i Tempi

Ispirato all’antico torneo che si teneva ad Olimpia, nell’antica Grecia, i moderni Giochi Olimpici si svolsero per la prima volta nel 1894 e sono diventati il più grande spettacolo al mondo di talento sportivo. Per il settore del design, rappresentano anche una delle sfide di branding più difficili in assoluto: un logo olimpico, infatti, deve trasmettere non solo lo spirito di un evento sportivo, ma anche la cultura del paese ospitante, il suo patriottismo, elementi di patrimonio culturale e modernità e molto altro ancora. Il tutto concentrato in un design abbastanza semplice da poter essere efficace in una molteplicità di ambienti, dal materiale stampato su gadget ai cartelloni giganti, fino ai piccoli schermi dei dispositivi mobili. A questo proposito vediamo ora quelli che, secondo molti esperti designer, sono i 10 migliori loghi olimpici della storia.

Helsinki 1952

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I primi loghi dei Giochi Olimpici erano unicamente tipografici o progettati per assomigliare a un qualche tipo di elemento araldico. Ma tutto cambiò nel 1952 con i giochi di Helsinki, che ha visto la nascita di questo bellissimo logo ispirato alla bandiera della Finlandia. Il design monocromatico combinato ad immagini semplici e “flat”, lo rendono ancora oggi straordinariamente moderno.

Città del Messico 1968

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Nel 1968 il Comitato Olimpico messicano, con a capo Pedro Ramirez Vazquezal, chiese al team guidato da Lance Wyman di creare un’immagine che dimostri che i prossimi giochi olimpici si terranno in Messico, ma che non abbia elementi troppo scontati e ben noti del paese, come quella di un messicano con un sombrero che dorme sotto un cactus! Il team creativo elaborò così un logotipo che ancora oggi viene considerato un classico del design. Ampliando la geometria dei cinque anelli olimpici per generare il numero “68”, il design è stato influenzato sia dall’arte popolare e che dalla pop art messicana. Ma, complessivamente, riesce ad unire in maniera brillante sia il patrimonio culturale che la modernità del Messico, che non sono dei popolari stereotipi del paese centroamericano!

Monaco 1972

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Mentre la maggior parte loghi olimpici cercano di incorporare elementi di orgoglio patriottico, nel 1972 la capitale della Germania Ovest prese una strada diversa per il suo logo celebrativo. Il design geometrico di Monaco ’72 fu progettato specificamente per evitare qualsiasi riferimento ad alcun paese in particolare: esso infatti simboleggia l’unità globale, ovvero un tema che divenne ancora più attuale dopo l’attacco terroristico in cui morirono 11 atleti israeliani. Fortemente ispirato alla tradizione modernista, è caratterizzato da un sole stilizzato e fa un uso intelligente di un effetto a spirale per raffigurare con i suoi raggi speranza e ottimismo.

Mosca 1980

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Svolti al culmine della guerra fredda, i Giochi Olimpici di Mosca erano un grosso “problema” per l’URSS, in quanto dovevano dimostrare al mondo di essere una nazione “normale” e moderna. Tuttavia, in un mondo nettamente diviso tra socialismo e capitalismo e di fronte al boicottaggio degli Stati Uniti, lo stato comunista era anche determinato a mantenere la sua immagine aggressiva: per molti, il design raffigurava anche una pistola fumante! Ad ogni modo, questo logo è pieno di simbolismo sovietico: la stella rossa in cima alle linee che rappresentano il Cremlino e gli anelli olimpici tutti in rosso per esaltare l’ideologia socialista. Qualunque sia il suo significato, questo logo è ancora oggi visto come un classico del design minimalista.

Los Angeles 1984

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Quattro anni dopo l’Unione Sovietica, i Giochi ritornarono negli Stati Uniti. E come il suo predecessore, questo logo aveva uno spiccato design patriottico. “Drappeggiato” con i colori nazionali americani (rosso, bianco e blu), non lasciava alcun dubbio sul dove si teneva questa Olimpiade. Inoltre, le stelle in alto (che simboleggiano la bandiera degli Stati Uniti) sono frammentate per simboleggiare sia il dinamismo del paese che l’atletismo della manifestazione. Inoltre, il modo in cui le stelle sono correlate con gli anelli olimpici di seguito, legano in maniera sottile i valori americani a quelli dei Giochi.

Nagano 1998

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La maggior parte dei loghi olimpici che hanno cercato di essere troppo “letterali” incorporando immagini di atleti moderni nella progettazione, hanno finito per divenire disordinati e confusi. Il logo di Nagano 1998 rappresenta un’eccezione. Ospitando i Giochi invernali del 1988, la città giapponese di Nagano ha adottato questo logo design (noto come il “Snowflower”). Con degli atleti “astratti” e stilizzati che compongono ogni “petalo” della struttura, insieme alle loro ombre, il design esprime “verve” ed energia. Trovare il perfetto equilibrio tra il troppo letterale e il troppo astratto è sempre difficile, ma possiamo definire questo disegno sia tipicamente giapponese che piacevolmente universale.

Atene 2004

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Il 2004 è stato un anno cruciale per le Olimpiadi: era infatti la prima volta che i giochi olimpici moderni ritornarono nella loro terra d’origine. L’orgogliosa Grecia presentò un logo design per l’evento che non avrebbe potuto essere più greco! Creato dal grande designer londinese Wolff Olins, l’immagine rappresenta una tipica corona d’alloro disegnata a mano (ovvero il premio tradizionale che veniva dato ai vincitori delle Olimpiadi), con i colori nazionali del paese. Ma il colore simboleggia anche il bellissimo mare e gli oceani che circondano il paese e le sue isole.

Pechino 2008

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Per le Olimpiadi del 2008, la Cina realizzò un logo pieno di orgoglio nazionale. Creato da Guo Chunning, il design raffigurava un sigillo rosso tradizionale cinese (che è il colore della fortuna in Cina, ma anche quello della bandiera nazionale) e dispone di una figura dinamica che è anche una versione stilizzata della parola “jing” (che significa “capitale”, seconda parte del nome della città). La figura ricorda un corridore che sta per tagliare il traguardo, ma anche il simbolo del drago cinese tradizionale, mentre le sue braccia aperte simboleggiano un invito da parte della Cina al mondo a condividere la sua cultura.

Sochi 2014

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Il logo delle Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014 era unico. E per una serie di motivi. A differenza di molti loghi olimpici (con le eccezioni di Messico ’68 e Londra 2012), non contiene elementi disegnati. La scritta è tutta minuscola e non presenta nemmeno il nome ufficiale dell’evento, sostituito da un “url” internet. Creato dall’agenzia Interbrand, è stato descritto dal comitato organizzatore della manifestazione come “il primo marchio digitale nella storia del Movimento Olimpico“. La sua radicale semplicità (utilizza il suffisso .ru per comunicare che Sochi è in Russia) è anche uno dei suoi punti di forza: significa che quando ridotto a piccole dimensioni su cellulare, ad esempio, conserva ancora tutta la chiarezza e l’integrità del design.

Rio 2016

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Anche se è stato a lungo tempo criticato, il logo di Rio 2016 Giochi è entrato di diritto nel pantheon dei grandi design olimpici! Con elegante semplicità, il logo trasmette una moltitudine di temi: le persone che si tengono per mano in uno spirito di unità globale; i colori del sole, del mare e la foresta rappresentano l’ambiente tipico di Rio; la forma rispecchia quella del famoso monte “Pan di Zucchero” che sovrasta la città.

3 Comments

  1. Veronica Bufalo 09/05/2017 Reply
    • Michele D'Ippolito 09/05/2017 Reply

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